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Egregio Direttore periodico multimediale TARGATOCN

leggo la lettera di un lettore di Dronero pubblicata sul Vostro quotidiano multimediale e, prendendo spunto anche dalle riflessioni di Don Corrado Avagnina nel suo fondo dell'ultimo numero de "L'Unione Monregalese", desidero esprimere qui ciò che verbalmente con amici e conoscenti sostengo da molti anni. E' vero che se non ci fossero le campagne elettorali come "informazione elettorale e programmatica" sarebbe difficile diffondere i propri pensieri e consentire agli elettori di scegliere, ma è pur vero che, sottoforma di "contributi elettorali" (essendo stato abrogato il finanziamento pubblico dei partiti con il ben noto referendum) se ne vanno in fumo (e mica tanto salutare, visto il tipo di materiale non proprio solo cartaceo) milioni di euro di soldi pubblici. Denari con i quali c'è da chiedersi cosa si potrebbe fare in alternativa. Poi, ci sono le formazioni politiche minori, che spesso di autofinanziano e sono costituite da persone, forse un po' idealiste, ma che desiderano realmente mettersi al servizio della collettività e sottopongono le proprie "ricette" al giudizio dei cittadini. Mi piacerebbe che, per una volta, in via sperimentale, tutto questo fiume di denaro (e parlo di milioni di euro!) fosse affidato ad un gruppo di "teste" imprenditoriali e che si preparasse e realizzasse un progetto di impresa solido e realistico: quanti posti di lavoro sicuri vi sarebbero? Credetemi: tanti. E a tempo indeterminato, verosimilmente. Senza assistenzialismo pro-tempore; senza inutili quanto dannosi sprechi di risorse; senza inquinamenti ambientali. Per la mia campagna elettorale, essendo candidata in consiglio regionale nel collegio della Provincia di Cuneo, ho scelto quasi esclusivamente il dialogo diretto e la presenza su face-book. Sicuramente, come MODERATI-Riformisti per il Piemonte, non avremo la visibilità sulle reti televisive proprie di altre formazioni politiche. Credo, però, che una comunicazione diretta (ancorché mediata dalla rete) si possa raggiungere chi ha voglia di ascoltare. Il lettore di Dronero dice che guarderà a chi ha fatto cosa: ebbene, nel mio caso, svolgo la professione di medico da quasi 20 anni (fino al luglio 2009 anche nel servizio pubblico e ora in libera professione), faccio volontariato da molti anni, compreso presso l'ambulatorio per i bisognosi che - come A.M.C.I., medici cattolici italiani - abbiamo aperto in Mondovì (sezione A.M.C.I. di cui ho l'onore di essere vicepresidente); ho partecipato alla costituzione di comitati civici per la difesa della salute (Co.Di.Ce., di cui sono il vicepresidente, contro la chiusura dell'Ospedale di Ceva, con buon successo dell'iniziativa che oggi vede il nostro ospedale dotato oltreché dei servizi essenziali, anche di due letti di terapia intensiva, di servizi per la cura dell'obesità, della Chirurgia della Mano e della Chirurgia del Piede, ecc) e dell'ambiente (nel 2006 fui socio fondatore insieme ad altri del "Comitato Ambiente Ceva: no termocombustore", nato per scongiurare il pericolo della costruzione nel territorio cebano di un impianto potenzialmente dannoso per la salute. E come medico, ritenni doveroso oppormi democraticamente ma con estrema fermezza, fornendo il mio contributo a quell'iniziativa. Anche in quell'occasione, tutti insieme, riuscimmo a mobilitare la popolazione e non se ne fece nulla.
Dunque, provare a cambiare rotta - perlomeno nel tentativo di salvaguardare le generazioni future - si può e si deve. E io intendo dedicare un po' del mio tempo, in modo pacato ma con determinazione e, permettetemi, con onestà intellettuale, a questo scopo. Sarà una piccola goccia nel mare? Forse. Intanto, preferisco tentare di fare qualcosa che lasciarmi andare al solito "mugugno libero" che poi si concretizza con un "armiamoci e partite". Io non "mugugno": io provo a tirarmi su le maniche e a lavorarci. Con serietà, umiltà e disponibilità all'ascolto. Con quello spirito di servizio talvolta silenzioso, poco o per nulla appariscente che mi proviene dalla scuola cristiana. Perché non sempre si è ciò che appare. Può capitare di "essere" anche senza "apparire" vistosamente.
Un cordiale saluto a tutti Voi.

Dott. Mariella Saponara
Membro Direttivo Provinciale MODERATI-Riformisti per il Piemonte
Candidata Consigliere Regionale lista MODERATI per Bresso

 

Lettera aperta all’esponente del PDL William Casoni

Egregio Consigliere,

in una Sua recente dichiarazione, stando a quanto riportato dai media, Ella afferma che “prenderete i voti dell’elettorato moderato e cattolico” scontento.

Ebbene, come cattolica e moderata, devo farLe osservare che molti di noi si stanno schierando, invece, a sostegno della coalizione di centro-sinistra guidata dalla Bresso, chi in modo pubblico (come, ad esempio, ho fatto io, aderendo ai MODERATI,  del cui Direttivo Provinciale faccio parte, e accettando una candidatura in Consiglio  Regionale nella lista MODERATI per Bresso), chi in maniera più riservata e privata.

Mi preme farLe notare che temi di particolare interesse per chi è cristiano (vedi la famiglia, la solidarietà “fraterna” – che passa per una reale politica dell’integrazione - la giustizia sociale, il prendersi cura integralmente della sofferenza umana, non solo fisica, ma anche morale, il concetto di lavoro come “bene” socialmente utile, ecc., tanto per citarne alcuni), mal si conciliano con le posizioni che talora emergono nello schieramento di centrodestra di cui Ella fa parte. Non capisco, infatti, come dovremmo intendere le polemiche leghiste dei mesi scorsi di cui fummo fatti oggetto come medici cattolici a proposito della nostra iniziativa di aprire in Mondovì un ambulatorio gratuito rivolto ai bisognosi: fummo attaccati rudemente per il nostro intento di mettere in pratica la semplice carità cristiana! Allora non intervenni in prima persona, non scrissi nulla, preferendo l’opera alle polemiche.

Come interpretare, poi, le affermazioni del Presidente del Consiglio, che pare abbia auspicato l’arrivo di “belle ragazze albanesi con gli sbarchi” (e bene ha risposto Giovanni Paolo Ramonda responsabile generale dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, vedasi alla “lettera al direttore di TargatoCN del 14 febbraio c.a.  dal titolo: “Una battuta drammaticamente infelice di Berlusconi”)?

Senza citare le posizioni di chi in Provincia forse vorrebbe riaprire le cosiddette “Case di tolleranza” (che equivarrebbe a nascondere per non vedere, rendendo lo Stato complice di attività illegali oltreché immorali).

Per quanto riguarda, poi, la sanità locale, ricordo che per difendere l’Ospedale di Ceva dovemmo protestare vivacemente come comunità, tanto da essere costretti a creare un comitato civico (il Co.Di.Ce.), organizzare varie forme di protesta, fino a noleggiare dei pullmann per recarci a Torino (allora governava la Giunta di centrodestra il cui assessore alla Sanità era D’Ambrosio) e tentare di farci ricevere in Regione. Ricordo anche, sempre per onestà intellettuale e dovere di cronaca (nello spirito di dare a Cesare quello che è di Cesare), che fu soltanto con il cambio di Governo Regionale che ottenemmo finalmente diritto di parola e iniziammo un lavoro di “concertazione” che ha condotto ai risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti (l’Ospedale di Ceva non è più a rischio di chiusura, bensì dotato di due letti di Terapia Intensiva, con nomina del primario di Anestesia e Rianimazione, di servizi nuovi come Chirurgia della Mano, Chirurgia del Piede, Centro di cura per l’obesità, ecc., ancorché si siano dovuti “sacrificare” i letti di Ostetricia).

Ancora, per l’ambiente (cui, per chi crede, si deve il rispetto per Colui che ce lo ha donato), sempre a Ceva, all’epoca (estate 2006) sotto il governo di una giunta comunale di centrodestra guidata dall’allora sindaco Alciati, la prospettiva di vedere costruire un termocombustore (leggi “inceneritore”), scongiurata soltanto dalla nostra determinazione, che ci fece organizzare immediatamente un battagliero Comitato Ambiente Cebano e una serie di conferenze nei vari Comuni interessati dal problema volte ad illustrare i danni ambientali e sulla salute che simili impianti producono.

Potrei citare altri esempi, locali e nazionali, di scontento vero di quanti credono, ma ritengo che il senso del discorso sia chiaro.

Distinti saluti.

Dott. Mariella Saponara

Membro Direttivo Provinciale MODERATI

Candidata Consigliere Regionale 2010, collegio provinciale di Cuneo

 

 

 

Criteri uniformi in tutta Italia per le cure palliative: finalmente!

Ricevo stamattina, come medico, una mail di aggiornamento con la notizia che trovate qui di seguito. Non posso che esprimere soddisfazione e speranza perchè finalmente si danno "linee guida" di indirizzo sul tema delle cure palliative e si pongono le basi per fermare quelle odiose discriminazioni "territoriali" che i malati gravi subiscono a seconda della loro zona di residenza. Come molti di Voi sanno, sono sempre stata molto critica con un sistema che ha permesso disparità evidenti a seconda della Regione. Un malato (e la sua famiglia che lo assiste) è persona che, ovunque sul territorio nazionale, deve avere risposte sanitarie e "di supporto" che possano dirsi realmente eque ed efficaci. Lo sostengo da anni, e l'ho rimarcato ancora recentemente in un mio intervento (in occasione del convegno sulla Sanità Pubblica svoltosi a Carrù il mese scorso) in cui chiedevo al Dottor Moirano (relatore ospite e Direttore dell'Agenzia Sanitaria Nazionale) di pensare a delle Linee Guida nelle Cure Palliative che le Regioni fossero obbligate a seguire, auspicando la creazione di una "rete" territorio-hospice-ospedale-servizi sociali che al meglio e, soprattutto, in modo UNIFORME SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE (!) potesse fronteggiare le necessità cliniche e sociali degli ammalati. Per poter realmente "curare quando non si può guarire". Mariella.

Camera approva Ddl cure palliative
Roma, 9 mar. (Adnkronos Salute) - Via libera della Camera, in terza lettura, al Ddl sulle cure palliative e le terapie del dolore. Obiettivo del disegno di legge creare una rete di hospice e strutture, partendo da quelle già esistenti sul territorio. Nel provvedimento, inoltre, importanti novità per la prescrizione dei farmaci antidolore, tra cui gli oppiacei. Medicinali più facili da prescrivere, dunque, con il ricettario ordinario che prende il posto di quello speciale per oppioidi e cannabinoidi. Il Ddl prevede infatti che i farmaci antidolore vengano prescritti anche mediante ricettario rosso, quello, per intenderci, in uso presso i medici di famiglia. Ma riconosce questa possibilità ai soli medici dipendenti del Ssn, lasciando 'fuori' i camici bianchi che operano all'interno di strutture private. Si stabilisce, inoltre, che le Regioni adeguino i propri livelli di assistenza, con criteri uniformi da un estremo all'altro dello Stivale, vincolando le risorse ad esse destinate per la realizzazione della rete di hospice e strutture. Si tratta di circa 150 milioni di euro per il triennio 2010-2012.